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NORD OVEST
I distretti hi-tech del Piemonte mettono sul tavolo 240 milioni da investire
Dalla meccatronica all'agroalimentare raccolgono più di mille soggetti (1.012, per lo più imprese), pronti a partire con 277 progetti di ricerca e trasferimento tecnologico e a investire 239,6 milioni . Sono i 12 poli per l'innovazione del Piemonte, lo strumento scelto dalla Regione per sostituire gli ormai obsoleti distretti industriali: nei giorni scorsi è scaduto il termine per la presentazione dei programmi d'attività 2009/2013. In base alla ricostruzione effettuata sul territorio da «Il Sole 24 Ore NordOvest» le adesioni sono quasi raddoppiate dall'inizio dell'anno: sulla rete dei poli, inoltre, sono in arrivo 80 milioni dalla giunta Bresso (20 in più del previsto), il resto lo metteranno i partner privati.
Marcia indietro, invece, in Liguria: la legge regionale sui distretti industriali non funziona; per i nuovi bandi o la riforma ci sarà da attendere la prossima legislatura.
NORD EST
Le imprese nordestine: vogliamo meno tasse
La richiesta di diminuzione delle tasse rimane al primo posto nella classifica degli interventi prioritari che le imprese chiedono agli organi di governo come urgente misura anticrisi. Il dato emerge dall'indagine condotta su un panel di 350 Pmi del Nord-Est dalla Fondazione Moressa di Venezia. Al secondo posto c'è la richiesta di sostegno agli investimenti delle imprese, al terzo la garanzia di un equo accesso al credito e poi l'aiuto all'occupazione e ai consumi delle famiglie. Non solo: gli imprendotori del Triveneto chiedono anche una maggiore concertazione tra tutti gli attori istituzionali perchè «oggi – dicono – pare che la politica abbia perso l'orizzonte e la capacità di fare diagnosi. Invece serve più coraggio».
CENTRO NORD
Osservatori sul credito, poche richieste in Prefettura
In tutto il Centro-Nord circa 170 ricorsi da parte di imprese e cittadini. Che gli osservatori sul credito avessero un ruolo più di "moral suasion" che una reale capacità di intervenire nella complessa materia del credito alle famiglie e alle imprese, gli addetti ai lavori lo avevano intuito da subito. I numeri, però, raccontano una realtà in cui gli osservatori regionali per il credito – istituiti con la legge numero 2 del 28 gennaio 2009 e coordinati dalle prefetture dei capoluoghi di regione – stentano a decollare. Da aprile a oggi è la Toscana a guidare la classifica dei reclami, con 62 segnalazioni. Seguono Emilia-Romagna – con un totale di 51 istanze presentate – e Marche (34 segnalazioni).
ROMA
Rifiuti, nella discarica di Malagrotta ancora tanto spazio
Ancora tre anni di vita. Fino al 2012. Senza bisogno di autorizzare alcun ampliamento. È "l'aspettativa di vita" dei tecnici della Regione sulla discarica di Malagrotta, ancora uno dei cardini del piano rifiuti laziale fino alla scelta di un altro sito. Tanto più che i 3,1 milioni di metri cubi disponibili per lo smaltimento sono da ritenersi sottostimati. Dietro l'angolo c'è l'ennesima proroga. Malagrotta, autorizzata fino a dicembre 2009, dovrebbe funzionare almeno nel 2010, visto il mancato accordo tra Regione e Comune su una discarica alternativa. L'ipotesi Allumiere, avanzata da Campidoglio e Ama, non è condivisa. La Partita avrà come arbitro il capo della Protezione civile Guido Bertolaso che dovrebbe pronunciarsi tra un mese: «Il ruolo di Bertolaso può essere solo di mediazione» spiega Giuseppe Parroncini, neoassessore regionale con delega ai rifiuti.
SUD
Rischio frane elevatissimo in tutta la Sicilia
Sono 5.805 i punti frana accertati in tutto il territorio della Regione siciliana. Ma i dati, aggiornati al 2006, potrebbero essere integrati con nuove aree a rischio. I territori più vulnerabili, secondo i tecnici dell'assessorato regionale al Territorio della Regione siciliana, sono invece 500: tutti classificati R4, ovvero al alto rischio idrogeologico perché vicini anche ai centri abitati. In pratica un rischio simile a quello di Giampilieri, la frazione di Messina travolta dal fango.
Per far fronte all'emergenza idrogeologica la regione ha speso, a valere sui fondi di Agenda 2000, 336 milioni di cui 118 milioni sono andati alla provincia di Messina. Ma con questo fondi solo 170 aree R4 hanno avuti interventi, il resto dovrà essere fatto con nuovi fondi.